venerdì 20 luglio 2012

Inizia il viaggio attraverso i secoli - La moda nell'antica Grecia

Cos'è la moda? In termini specifici la moda indica uno o più comportamente collettivi mutevoli. Il termine moda deriva dal latino "modus" che significa maniera, norma, regola, ritmo, moderazione e discrezione. Ma quello che mi chiedo è: Cos'è in realtà la moda, al di là dei termini latini? E soprattutto come viene interpretata da noi donne? Nel corso dei secoli, le donne come avvertivano la moda? Quello che ho intenzione di fare è di percorrere a piccoli passi la moda che ha caratterizzato le varie epoche iniziando dall'età Classica e come prima la Grecia. L'abbigliamento greco era generalmente molto semplice costituito da un rettagolo di stoffa drappeggiato intorno al corpo. Il materiale più utilizzato nella tessitura dei capi di abbigliamento era la lana. Più esotico e costoso era ritenuto invece il cotone.Molto usato era anche il lino, soprattutto per la realizzazione delle divise militari. Per i vestiti più costosi e raffinati era impiegato il bisso, una specie di seta naturale marina, ricavata da un filamento che secernono alcuni molluschi.
Abbigliamento Maschile   
L'abito tradizionale dell'uomo greco era il chitone, una lunga tunica cucita su un lato e appuntata sulle spalle con un bottone o semplicemente cucita.A partire dal V secolo il chitone fu relegato ad abito per le
Chitone
Chitoniskos
circostanze formali e le cerimonie solenni, e sostituito dal più pratico chitoniskos, lunga sino alle ginocchia e fermata in vita da una cintura.Gli uomini liberi lo indossavano fissato su entrambe le spalle, e spesso con l'illusione di due piccole maniche. Gli schiavi invece ne indossavano una versione meno pregiata, e fissata su una sola spalla, in modo da riconoscere la loro condizione e permettere loro maggiore comodità nel lavoro. Per i bambini invece era lasciata libera senza cintura, così come quella indossata dai soldati al di sotto delle corazze. Veniva realizzato maggiormente con la lana, e in casi particolari anche con il lino. L'himation era il mantello utilizzato sia dagli uomini sia dalle donne, indossato al di sopra della tunica, semplicemente appoggiato sulla spalla e fatto ricadere sul fianco. Poteve eventualmente anche essere ripiegato a quadrata ed appoggiato sulla spalla, oppure portato appoggiato da una spalla all'altra, privo di cuciture o spille. Comunque i modi in cui l'himation poteva essere drappeggiato, erano innumerevoli, e spesso indicativi della posizione sociale e della professione di chi lo indossava. Il tribonio di provenienza spartana era un mantello più ruvido e più grezzo, che lasciava scoperte le gambe, e fu adottato come divisa distintiva dei filosofi.
A sinistra il chitone, a destra la clamide
La clamide era un corto mantello di tessuto leggero, utilizzato dai militari e veniva fissato sulle spalle o intorno alla gola da un fermaglio. L'utilizzo della clamide si diffuse anche fra i Romani e i goti e rimase in uso sino al 300 d.C. La clamide era il simbolo del comando fra i generali dell'esercito, ed era il simbolo del passaggio nell'età adulta per gli adolescenti che lo ricevevano in dono. 






Abbigliamento femminile
L'abbigliamento femminile presenta ben poche differenze con quello maschile. Le donne aristocratiche indossavano una tunica lunga sino alle caviglia con spacco laterale e spesso con strascico. Il seno era sorretto da una larga fascia, che aveva anche la funzione di nascondere l'apertura del vestito. A completare l'abito vi era un giacchetto senza maniche, più lungo sui fianchi ed uno scialle, chiamato krédemnon. Un triangolo di tessuto leggero veniva appoggiato sulla testa, ricadente sulle spalle, con mera funzione ornamentale, e a cui spesso poteva essere abbinato il pòlos, ornamento di origini orientale, spesso raffigurato nell'abbigliamento delle Dee o delle donne di culto.
Abito nazionale delle donne greche era invece il peplo, un rettangolo di lana, che veniva drappeggiato intorno al corpo sino a formare una sorta di tunica, che lasciava le braccia scoperte, e veniva fermato in vita da una sorta di cintura. Comunemente il peplo veniva rimboccato al di sopra della cintura, creando un effetto simile a quello di una moderna blusa. Il peplo venne utilizzato fino al VI secolo, e in seguito fu sostituito dal chitone, ed il peplo divenne una specie di mantello o come camicia da notte o abito casalingo. Il peplo tuttavia fu continuato ad essere usato come abito unico dalle donne spartane. I colori più diffusi di tale abito erano quelli naturali come il bianco e zafferano.
Chitone ionico
Il chitone, di origini ioniche era costituito da due teli rettangolari sovrapposti e cuciti insieme sui lati. L'abito veniva fermato in vita da un cordone o una cintura, e fissato sulle spalle, inizialmente da spille fibule, ed in seguito da vere e proprie cuciture. Dal chitone era possibile, tramite spille appuntate nella parte superiore dell'abito, ricavare anche delle maniche, ed era generalmente lungo sino ai piedi, a differenza del chitone dorico, che invece poteva essere anche più corto, ed era cucito soltanto su un lato. Il chitone era sempre vestito insieme ad un mantello, che poteva essere o il peplo o l'himation. 
L'himation, come ho già accennato era comune a entrambi i sessi ma, col tempo, l'himation femminile assunse qualche differenza, ottenuta da qualche maggiore decorazione, o con bordi frangiati. L'himation poteva essere indossato intorno alla testa, oppure fatto passare da sotto l'ascella alla spalla opposta. Il diplax ed il chlamidon erano delle versione dell'himation, di dimensioni più ridotte, in uso nelle stagione più calde.

Calzature
Il più diffuso modello di calzature greche erano i pedῖlon, una primitiva forma di sandali, costituita da un plantare di cuoio, ritagliato sulla forma del piede, a cui era assicurato tramite una serie di fasce che arrivavano sino al collo del piede. Tale calzatura si evolse nei sandάlia, più elaborati e resistenti, che nelle varianti femminili potevano persino essere colorati. L'evoluzione dell'arte calzolaia portò alla realizzazione delle 2krhpίς", scarpe aperte tipicamente maschili, da cui derivarono gli "ἐndromίς2, la cui allacciatura giungeva sino al ginocchio, ed erano tipiche della divisa militare. Le "ἐmbάdeς", probabilmente di provenienza babilonese o tracia, furono fra i primi modelli di scarpe chiuse, sia maschili che femminili, prodotte in numerose varianti e di differenti colori. Tipica scarpa femminile per le occasioni particolarmente formali, era il 2diάbaqron", impreziosita da applicazioni in metalli. Le costosissime baucides erano invece le tipiche calzature delle etere, la cui caratteristica era di aumentare notevolmente l'altezza dell'indossatore.


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