giovedì 26 luglio 2012

La tradizione del tè delle cinque

Se nessuno al mondo sa fare il caffè come noi italiani, è senz’altro vero che il tea fatto in Inghilterra non ha eguali. Senza dubbio un rito che non si trascura mai a Londra. In tutta la Gran Bretana al tè vengono dedicati ben tre momenti della giornata: breakfast, high-tea e afternoon teà. Il breakfast è la colazione, ben ormai, in cui il teà viene accompagnato da pane tostato, uova e bacon, formaggio burro e marmellata. L’high teà ha invece una storia più complessa: all’epoca della regina Vittoria era la cena, alla fine del XIX secolo era l’abbondante merenda delle occasioni speciali. Oggi invece precede la cena e lo si pregusta nel tardo pomeriggio della domenica o dei giorni festivi. Ma è l’afternoon teà a detenere il primato come il rito più in voga degli ultimi tempi, il teà dellle cinque. La nascita di questa tradizione si attribuisce alla Duchessa Anna Maria, moglie del settimo Duca di Bedford, la quale era abituata a intrattenere i suoi ospiti con degli spuntini pomeridiani nella sua tenuta a Woburn Abbey. L’usanza degli inglesi di prendere il tè alle 5 pare sia nata con Anna Maria Stanhope, duchessa di Bedford, che per superare lo stacco tra pranzo e cena prese l’abitudine di consumare la bevanda con i biscotti a metà pomeriggio. Se prima si faceva portare una teiera e dei dolcini quasi di nascosto, poi cominciò a fare dei veri e propri inviti alle altre dame di compagnia della regina Vittoria, facendo di questa abitudine un vero e proprio rito. Il té delle cinque inglese era un evento da benestanti aristocratici e borghesi, perché tutti gli altri bevevano tè a qualsiasi ora del giorno e non necessariamente di buona qualità, quanto piuttosto per tenersi su con la teina.



Il tipo di tè più appropriato per il consumo pomeridiano era il Darjeeling, proveniente dall’India, di solito servito al naturale o con limone, ma non con il latte.
L’acqua veniva fatta riscaldare in un bollitore e poi passata nella teiera, dove era fatta girare per intiepidirla tutta. Poi veniva versata di nuovo nel bollitore per essere scaldata ancora. Nel frattempo il tè in foglie veniva messo direttamente nella teiera, nella misura di un cucchiaino per ogni commensale e uno per la teiera stessa. Questa veniva poi riempita d’acqua e tenuta calda con una copertina speciale per diversi minuti.
L’infuso veniva poi filtrato sopra la tazza con un apposito colino.
Il rito del tè vittoriano prevedeva anche altre diverse regole, ad esempio il piattino doveva essere sempre appoggiato sul tavolo o sulle ginocchia e la tazza avvicinata alla bocca per bere ad ogni sorsata e poi appoggiata di nuovo sul piattino. Il tavolo che accoglieva teiera e tazze doveva ospitare anche i piattini con i biscotti secchi e al burro, il pane e marmellata, le varie pietanze salate come prosciutto e formaggio ed altre bevande quali limonata e cioccolata.

Servire cioccolata e tè con la panna era stato di gran moda in epoca georgiana per poi passare come gesto frivolo e poco elegante nel periodo Regency. Era anche poco elegante mangiare troppi biscotti o dolcetti o mettere troppo zucchero.Il servizio da tè era una delle cose da cui si giudicava una padrona di casa.
Esisteva una svariata gamma di tazze per ogni occasione della giornata: tazze da colazione, da tè pomeridiano, da caffè, da dopo cena e da tè dopo cena. Bisognava fare attenzione a quali si sceglievano e farlo con giudizio, un errore in questo campo suscitava l'indignazione delle altre ospiti. In mancanza di tazze, era considerato molto sconveniente utilizzare quelle di un altro servizio: una padrona di casa accurata non si sarebbe mai lasciata cogliere da questi fuori programma, avrebbe sempre saputo quante tazze da tè aveva a disposizione e quante ne poteva usare, invitava quindi di conseguenza gli ospiti.




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