mercoledì 18 luglio 2012

Recensione "Northanger Abbey"- Jane Austen

"Chiunque sia esso, gentiluomo o gentildonna, non trae piacere da un buon romanzo, deve essere privo di intelligenza."
Ciò che porta le persone a disprezzare questo romanzo è, a mio avviso, la semplicità (?) della trama, che può apparire monotona e scialba, priva di alcun avvenimento interessante... Non credo, però ci si debba soffermare a giudicare esclusivamente la trama, in quanto, nonostante possa apparire banale, Jane Austen articola il romanzo con grande maestria e con lo stile che l'ha contraddistinta nei secoli. Quel che più apprezzo di Jane Austen è la sua capacità di farmi amare i suoi romanzi tanto da "incantarmi" alle pagine senza neppur far caso al tempo che scorre. E' proprio il caso di quest'ultimo, un romanzo "grazioso", fresco, leggero, ricco di brio e umorismo e quel pizzico d'amore che non può che far bene in una storia; velato anche da note polemiche nei confronti dei critici e di tutti gli uomini che non traggono piacere da un romanzo in quanto si sentono superiori ad esso. Non ho apprezzato molto il personaggio di Catherine che, lasciandosi condizionare da ogni singola frase, abbandona la sua mente a fantasticherie e macchinazioni sulla realtà. Diversamente, invece, da Henry, che mi ha deliziato con la sua ironia e la sua simpatia. Un personaggio diverso da Darcy o dal capitano Wentworth e in generale dagli altri eroi austeniani. Sicuramente non un capolavoro ai livelli di "Persuasione", tuttavia godibile e apprezzabile soprattutto per la satira in esso espressa, il linguaggio semplice e scorrevole ma mai banale.

Anno pubblicazione: 1818

Editore: Classici Mondadori
Voto complessivo: 4/5

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