mercoledì 20 febbraio 2013

Recensione "Il trono di spade" - George R.R. Martin

Primo volume della saga Cronache del ghiaccio e del fuoco. Lasciamo da parte la trovata, del tutto illogica, da parte della Mondadori di dividere il primo volume della serie in due volumi separati e quindi il “finale” che non è neanche tale, questo libro si sta rivelando, nel proseguire la lettura, estremamente piacevole, avvincente e appassionante. Dire che non riesco a staccare gli occhi dalle pagine è poco. I miei pensieri sono fissi verso questo libro, verso tutto le avventure narrate e verso i personaggi che una volta entrati dentro non escono con molta facilità.

Devo ammettere che le prime 30 pagine sono abbastanza difficoltose. Si fatica a entrare nella storia, a collegare ciascuno alle proprie casate, con i proprio motti e i propri stendardi. Dietro ogni casata si nasconde una storia risalente a migliaia di anni, con nomi pressoché simili per tanto difficile tra ricordare e collegare in seguito. Ma una volta superata la montagna il viaggio prosegue tutto in discesa, la storia scorre sotto gli occhi come fosse acqua in un ruscello, i luoghi ormai esplorati sono come la propria casa e i personaggi rimangono talmente impressi nella mente che è ormai difficile confonderli tra loro. La storia prosegue in un alternarsi tra i vari personaggi. Ogni capitolo si concentra su un personaggio in particolare permettendo al lettore di un avere un quadro più chiaro della vicenda, analizzando il parere di ogni singolo personaggio e lasciando al lettore la libertà di scegliere cosa è giusto e cosa no, a chi va la ragione e a chi no.

I personaggi che in questo primo volume mi sono sembrati più efficaci sono quelli di Tyrion Lannister, Jon Snow e senza dubbio Eddard Stark. Tyrion, il nano, figlio di Lord Tywin Lannister e fratello della regina, l’uomo che ha imparato a vivere con la sua deformità, ha superato le derisioni e i pregiudizi a cui era soggetto e ha fatto, della due deformazione la sua forza. Personaggio divertente, ambiguo, sottile, di cui non vi stancherete di seguire le evoluzioni e di cui non potrete fare a meno di chiedervi da che parte stia veramente. Jon Snow, figlio illegittimo di Eddard Stark spicca per l’intraprendenza, il coraggio e l’altruismo. E infine Eddard Stark, il lord di Grande Inverno, Primo cavaliere del Re, uomo d’onore, coraggio e lealtà. Ma il racconto non si limita a questi tre personaggi: anzi il lettore potrà scegliere da sé a chi affidare la propria lealtà e la propria fiducia.

Questo volume non fa comunque considerato come un vero e proprio fantasy. Si tratta più che altro di uno “storico” a sfondo epico e dalle ambientazioni un po’ più in reali, in un altro luogo o in un altro tempo. Questo libro risolta molto più credibile e verosimile rispetto ad un Hunger Games, ad esempio. Lo scrittore ricrea un’atmosfera medievale del tutto plausibile, coi suoi tornei, le rivalità tra dinastie, i figli illegittimi e quelli legittimi, gli addestramenti. Ma ciò che colpisce soprattutto è il ritmo della narrazione, incalzante e mai prolissa, nessuna inutile lungaggine, essenzialità delle sequenze, efficacia degli accostamenti cromatici. Possiamo accostarlo a “I pilastri della Terra” di Follet, se vogliamo collocarlo in un genere specifico.

Inutile ripetere che sono decisamente entusiasta dell’inizio di questa saga e spero solo che Martin, visto i numerosi volumi di questa saga, non perda in ritmo con il quale ha realizzato questo primo volume. La noia e il sonno non hanno potere su questo romanzo e ciò è decisamente un buon segno. Finito questo libro sono subito andata ad acquistare il secondo nonostante avessi già altro da leggere, e sono già a metà libro di quest’ultimo. Che dire un vera scoperta, avevo proprio bisogno di un libro che mi affascinasse tanto e mi sconvolgesse a tal punto. Non resta che vedere come prosegue la narrazione e sperare in un qualcosa che sia sempre meglio.

5/5

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