venerdì 20 luglio 2012

Recensione "Hunger Games"- Suzanne Collins


Sei hai la cittadinanza nello stato di Panem e sei costretto a vivere nel Dodicesimo stretto, allora il destino non è stato molto benevolo. Se vivi nel Distretto 12 allora sei abituato a patire la fame, a cacciare tra i boschi per sfamare te e tutta la tua famiglia, a passare intere notti al buio. Cacciare è illegale, lo sappiamo tutti, ma non si soccombe alla miseria; bisogna pur sempre sfamarsi.
Nello Stato di Panem una volta vi erano Tredici Distretti. Ognuno con le proprie specialità. Fin quando un giorno i cittadini hanno deciso di ribellarsi allo stretto controllo imposto dai Pacificatori di Capitol City; hanno deciso di ribellarsi, di dimostrare che non sono pedine nelle loro mani. Hanno dato vita ad una ribellione che ha finito per distruggerli. Ora il Tredicesimo distretto non esiste più. Ma Capitol City non rinuancia mai a ricordare agli altri distretti che li hanno in pugno. Ed è per questo che ogni anno si tengono gli Hunger Games, la forma più eccessiva di brutalizzazione e controllo, ma allo stesso tempo un reality show per divertire Capitol City. Se sei un adolescente e vivi in uno dei Dodici Distretti, allora quest’anno potresti essere sorteggiato come tributo da inviare agli Hunger Games. Il tuo nome potrebbe essere estratto da una boccia di vetro assieme ad altri ventritrè tributo: uno per ogni distretto. Verrai preso volente o nolente e catapultato verso Capitol City, dove verrai vesttito, curato, ingozzato di cibo per appareire al meglio nelle interviste e verrai preparato a sopravvivere agli Hunger Games. Verrai infine gettato in un arena a scontrarti con gli altri tributi, a conbattera la fame, a cacciare animali, a raccogliere bacche e erbe selvatiche per poterti cibare; circondato da telecamenre dovrai offrire il miglior spettacolo aigli espattatori di Capitol City, che si divertiranno a vedervi patire la fame, a vedervi uccidere, a vedervi riscriare spesso la vostra vita; sarete costretti a soffrire la disidratazione, e uccidervi l’un l’altro, perché agli Hunger Games solo uno sarà il vincitore.
Katniss è la protagonista di questo romanzo. Seguendo tutta questa procedura sarà gettata nell’arena a scontrarsi con persone più grosse di lei, più furbe di lei, e magari più in gamba di lei; a lottare per la vita combattuta tra le sue emozioni, le sue azioni e la voglia di finire il “gioco” con tutti gli arti al proprio posto. Dovrà arrampicarsi sugli alberi, sfuggire agli incendi, e uccidere. Uccidere gli altri concorrenti, se vuole tornare a casa viva.

Sazanne Collins sviluppa il romanzo con grando maestria. Con uno stile asciutto, semplice e fluido ti tiene incollata alle pagine e ti ritrovi anche tu a vagare per i boschi, a patire la fame e la sete e a lottareE’ un romanzo che si legge tutto d’un fiato, che si divora e ti dà davvero l’impressione di trovarti tra i tributi. Mai noioso, mai banale e mai scontato.  E’ sempre un continuo movimente, azione, suspance. Mentre procedevo con la lettura, provavo dentro di me un senso di angoscia costante, di terrore e ansia per i protagonisti. . I personaggi si caratterizzano per le loro azioni più che per i loro pensieri.  Mi sono facilmente affezionata ad essi, ho parteggiato per loro, sperato per loro, gioito per loro.
Un libro crudo, brutale e orrido, caratterizzato da spargimenti di sangue, ferite, ustioni. Ma accompagnato da una storia di amicizia, amore e dal desiderio di vivere, per il proprio Distretto. Per la propria famiglia. Per se stessi. Un libro che rimane dentro che ti spinge a correre in libreria e prendere i restanti due. Ed è proprio quello che ho intenzione di fare. Devo assolutamente vedere come va a finire, devo sapere e non posso attendere. Davvero magnifico, avvincente. Non ho altro da dire. 





Anno di pubblicazione: 2009

Editore: Mondadori

Voto Complessivo: 5/5

Nessun commento:

Posta un commento